TMA (terapia multisistemica in acqua): il nuovo approccio terapeutico per la disabilità
L’acqua è l’elemento ideale per realizzare delle attività riabilitative, soprattutto per le persone diversamente abili, considerando che l’attenuarsi della forza di gravità consentita dall’immersione agevola i movimenti senza gravare sulle articolazioni. La riduzione del peso sulle parti lese amplia le possibilità di movimento del soggetto, favorendo così la riduzione delle sensazioni dolorose e consentendo di esercitare un maggiore controllo sul proprio corpo. Gli sport acquatici apportano benefici anche a livello psicologico e relazionale, oltre che fisico, dal momento che la crescita dell’autocontrollo,quasi sempre porta con sé una maggiore autostima e di conseguenza maggiore apertura verso gli altri.
Dopo una serie ventennale di ricerche condotte in Italia, sugli aspetti terapeutici delle attività riabilitative in acqua, i dottori Caputo Giovanni ed Ippolito Giovanni hanno formulato la terapia multisistemica in acqua (TMA). Tale terapia nasce con l’obiettivo di inserirsi in un progetto riabilitativo globale, che cura in particolar modo gli aspetti relazionali, emotivi, di socializzazione e di integrazione con il gruppo dei pari.
Essa attualizza un piano di intervento individualizzato e interpersonale, volto ad influenzare i disturbi del comportamento intervenendo sui diversi sistemi funzionali dei soggetti, viene utilizzata l’acqua poiché essa è un attivatore emozionale e relazionale che spinge il soggetto ad un contatto con il terapeuta in modo da rompere la bolla che lo circonda e lo isola.
Tale terapia viene realizzata in diversi centri in tutta Italia, per ottenere maggiori informazioni sulla terapia e quali centri la attuano è possibile visitare il sito: www.terapiamultisitemica.it